19 Aprile 2021
La terapia con onde d’urto (ESWT) nella malattia di Peyronie: E’ efficace? Quali rischi comporta? Quando va utilizzata? Quanto costa?
La malattia di Peyronie (o Induratio Penis Plastica, “IPP”) è una patologia non troppo rara che comporta la formazione di una placca fibrosa a livello del tessuto che circonda i corpi cavernosi del pene. Questo tessuto (che si chiama tonaca albuginea) ha normalmente elevate capacità elastiche e consente pertanto al pene durante l’erezione di modificare le sue dimensioni senza creare tensioni. La presenza di fibrosi in un punto della tonaca albuginea causa la perdita di elasticità di questa zona con conseguente retrazione del pene e comparsa di una curvatura in erezione.
Le manifestazioni cliniche più frequenti di questa malattia sono rappresentate da:
- dolore in erezione,
- deviazione del pene in erezione,
- riduzione della lunghezza del pene,
- deficit erettile.
Per maggiori dettagli sulle presunte cause e sulle modificazioni anatomiche legate a questa patologia si rimanda ad un precedente articolo (che potete trovare a questo link). In questa sede si ricorda solo l’esistenza di due fasi nettamente separate della malattia di Peyronie:
- Una prima fase infiammatoria (o fase acuta) – che può durare anche parecchi mesi - in cui solitamente è presente dolore in erezione e la curvatura del pene tende progressivamente ad accentuarsi.
- Una seconda fase fibrotica (o fase cronica) in cui il processo infiammatorio si esaurisce, il dolore scompare, la placca diventa molto dura al tatto e la curva del pene si stabilizza senza ulteriori peggioramenti.
L’inquadramento preciso del paziente con IPP in relazione alla fase clinica della malattia in atto è molto importante per la scelta del trattamento: nella fase cronica la terapia è infatti quasi esclusivamente chirurgica; nella fase iniziale si possono invece considerare soluzioni terapeutiche conservative, tra le quali rientra anche il trattamento con le onde d’urto.
Cenni sulle onde d’urto e il loro meccanismo d’azione:
Le onde d’urto sono onde meccaniche (simili a quelle acustiche) capaci di propagarsi in un mezzo. La loro interazione con i capillari sanguigni favorisce la liberazione di particolari sostanze (chiamate “fattori di crescita”) responsabili della formazione di nuovi vasi sanguigni, con conseguente incremento della vascolarizzazione locale. Questo processo di “neo-angiogenesi” e iper-afflusso sanguigno comporterebbe a livello della placca di IPP una serie di modificazioni chimiche che porterebbero in ultimo all’inibizione del processo infiammatorio in atto. L’azione anti-infiammatoria delle d’urto è in grado di ridurre il dolore tipico della fase acuta e sembrerebbe efficace anche nel diminuire le dimensioni della placca stessa ed evitare un peggioramento della curvatura peniena in erezione.
Il meccanismo d’azione neo-angiogenetico delle onde d’urto è alla base del loro impiego terapeutico anche nei pazienti con deficit erettile (o impotenza): l’incremento della rete capillare a livello dei corpi cavernosi facilita il processo di vasodilatazione che è alla base del fenomeno stesso dell’erezione. Ne abbiamo parlato in dettaglio in questo articolo.
Efficacia e sicurezza delle onde d’urto nella terapia della malattia di Peyronie:
Nel recente passato è stata condotta un’analisi degli studi presenti nella letteratura scientifica urologica in cui era stata valutata questa metodica nella terapia della malattia di Peyronie. Questa “meta-analisi” ha permesso di verificare i risultati ottenuti in oltre 400 pazienti presenti in 6 diversi studi scientifici. L’analisi statistica ha dimostrato come l’utilizzo delle onde d’urto nella fase iniziale della malattia abbia una reale azione nel ridurre le dimensioni della placca fibrosa e del dolore penieno. Al contrario, l’impiego delle onde d’urto in pazienti con IPP stabilizzata non ha portato alcun beneficio in termini di riduzione della curvatura peniena. Lo studio ha inoltre confermato l’estrema sicurezza di questa metodica: in nessuno dei pazienti trattati si sono verificate complicanze significative o particolari effetti collaterali.
Quando utilizzare le onde d’urto:
In base a quanto detto risulta ben chiaro come il trattamento con le onde d’urto sia da utilizzare nella fase iniziale della malattia di Peyronie, durante la quale la placca è ancora in una fase evolutiva e progressiva. In questo stadio le onde d’urto possono avere un ruolo importante nel velocizzare l’esaurimento dei processi infiammatori che sono in corso all’interno della placca stessa. Questo comporta la scomparsa del dolore e la riduzione dimensionale della placca.
In pratica si velocizza il passaggio alla fase cronica della malattia, favorendo una precoce stabilizzazione della placca ed evitando quindi ulteriori peggioramenti della curvatura del pene in erezione.
L’efficacia nella fase acuta della malattia sembra aumentare quando le onde d’urto vengono utilizzate nell’ambito di protocolli terapeutici “multi-modali” insieme ad altri trattamenti conservativi. Tra questi possono rientrare alcuni farmaci ad assunzione orale (come la vitamina E, la carnitina, la pentossifillina e il tadalafil) o ad azione locale (come i calcio-antagonisti, l’interferone o l’acido ialuronico). In alcuni pazienti sottoposti precocemente a questi trattamenti mulimodali si sono verificate anche vere e proprie riduzioni della curvatura peniena stessa. Servono comunque ulteriori studi scientifici per verificare la reale efficacia di questi trattamenti compositi.
Al contrario, nei pazienti con malattia di Peyronie in fase cronica e curvatura stabilizzata proporre una terapia con onde d’urto rappresenta soltanto una perdita di tempo e di soldi. In questa fase – per ottenere una significativa riduzione della curvatura peniena in erezione – occorre considerare un trattamento chirurgico. Fino alla fine del 2019 esisteva un’unica alternativa alla chirurgia ed era rappresentata dalla terapia iniettiva a base di collagenasi (un farmaco chiamato “Xiapex” - oggetto di questo precedente articolo – capace di “sciogliere” la placca fibrosa anche in fase stabilizzata). Ad oggi – purtroppo – questo farmaco non è più in commercio.
Come si applicano le onde d’urto:
Il trattamento con le onde d’urto è ambulatoriale, dura una ventina di minuti e non serve alcuna preparazione né anestesia (dato che è completamente indolore).
Si utilizza un particolare manipolo - collegato al generatore di onde d’urto - che viene appoggiato sulla superficie del pene in prossimità della placca di IPP.
A seconda del generatore utilizzato il numero dei colpi applicati può variare dai 2000 ai 3000 per seduta. In genere un ciclo completo prevede 6 applicazioni ad intervalli settimanali.
I costi del trattamento::
A differenza del trattamento con onde d’urto dei calcoli renale (ESWL), la terapia con onde d’urto in sede peniena per il deficit erettile o la malattia di Peyronie non viene rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale. Un ciclo completo di 6 applicazioni presso i nostri ambulatori ha un costo complessivo di 720 euro (120 euro a seduta). Per ulteriori informazioni potete inviare una mail all’indirizzo che trovate in fondo alla pagina.
Conclusioni:
La terapia con le onde d’urto può essere utilizzata nei pazienti con malattia di Peyronie in fase iniziale dove è in grado di ridurre il dolore penieno e le dimensioni della placca. Questo porta una precoce stabilizzazione della placca ed evita pertanto il progressivo peggioramento della curvatura peniena in erezione, tipico di questa malattia. L’efficacia delle onde d’urto sembra aumentare se utilizzata nell’ambito di protocolli terapeutici multimodali. In queste situazioni l'ESWT – se impiegata precocemente – potrebbe in alcuni casi comportare anche una certa riduzione della curvatura del pene. Si tratta di un metodica ambultatoriale, completamente indolore, priva di controindicazioni ed effetti collaterali. Non va impiegata nei pazienti con IPP in fase stabilizzata, dove non ha alcuna capacità di ridurre la curvatura peniena.
Approfondimenti:
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